Gazzetta
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Il Museo del Mare di Napoli vuole essere di riferimento e strumento di valorizzazione del patrimonio culturale marinaro diffuso in molta parte del tessuto sociale e territoriale della Campania. Si fa appello soprattutto ai giovani, le cui famiglie di origine marinara sono oggi custodi di un patrimonio prezioso di ricordi e di testimonianze, perché si facciano promotori della divulgazione e condivisione delle memorie familiari e locali. (LEGGI)
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Il Progetto editoriale "Memoria" della Fondazione Thetys - Museo del Mare, diretto da Antonio Mussari e Maria Antonietta Selvaggio, intende offrire un contributo alla riflessione sul ruolo del mare e della cultura marinara nella storia di Napoli) della Campania e del Mezzogiorno d'Italia.In questa prospettiva, e grazie alla partecipazione di specialisti ed esperti, il Progetto integra il più ampio impegno scientifico e culturale del Museo nell'ambito della conservazione) valorizzazione e divulgazione del patrimonio marittimo sia materiale che immateriale.
L'attività di reperimento, catalogazione e archiviazione di tale patrimonio non può procedere disgiunta da una capillare opera di diffusione che allarghi sempre più il pubblico di visitatori e fruitori del Museo.
Rientra in tale finalità la pubblicazione di testi-cataloghi, repertori di fonti, saggi, memoriali, diari, epistolari, etc. - che focalizzino l'attenzione di un vasto numero di lettrici e lettori su temi e argomenti relativi alla civiltà del mare nei suoi molteplici aspetti: ambientali, economici, politici, culturali.
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Abbiamo restaurato il modello della goletta
EMMA
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l Museo del Mare di Napoli, via di Pozzuoli, 5 (Bagnoli), nell’ambito delle “Giornate europee del patrimonio” sotto l’egida dal Ministero dei Beni Culturali e della Direzione Regionale dei Beni Culturali presenta la mostra foto-documentaria "Viaggio in Antartide di Giovanni Ajmone Cat" .
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Si svegliò impaurito. Anzi, peggio: era terrorizzato. Il cuore gli batteva alla impazzata, ansimava ed era teso. Come dopo un incubo, solo che il risveglio quella volta non era affatto rassicurante. Sapeva di essere in pericolo. Quando aprì gli occhi, ed io aprii lo scatolone, un improvviso lampo di luce lo accecò, illuminando di botto l’angolo in cui si era rannicchiato. Provò a rilassarsi, a calmarsi. Deglutì, respirò profondamente e cercò di pensare ad una scusa. Come solito, quella mattina mi ero svegliato in ritardo. Con esagerata fretta mi rasai il volto, convinto che fosse unicamente una perdita di tempo… minuti preziosi che avrei potuto impiegare dormendo. (LEGGI )
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Nell’aprile del 1913 Giulia Civita Franceschi, una donna dalla grande intuizione e vocazione pedagogica, saliva a bordo della Nave Asilo “Caracciolo”, la nave destinata dal Ministero della Marina alla città di Napoli per la salvezza dei bambini e dei ragazzi di strada.
Nell’arco di un quindicennio, fino a quando - nel 1928 - la sua opera non venne interrotta per volontà del regime fascista, riuscì ad accogliere e ad educare più di settecento scugnizzi facendone dei “marinaretti”. Sulla “Caracciolo” ciascuno di loro trovò la famiglia e la casa di cui era stato privato e, grazie al metodo Civita, poté istruirsi e svilupparsi secondo le proprie attitudini.
Questo volume ripercorre quello straordinario esperimento attraverso le immagini e i testi della mostra foto-documentaria resa possibile dalla donazione al Museo del Mare di Napoli di un prezioso archivio privato, ora parte del patrimonio documentale del Museo .
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